TEATRO REBIS
22 CORTOCIRCUITO OLIVETTI
ispirato all’attualità di Adriano Olivetti
ideazione Isabella Carloni
con Meri Bracalente, Isabella Carloni, Antonio Lovascio, Marco Vergati
disegno luci Andrea Fazzini
ricerca sonora Paolo Bragaglia
costumi Stefania Cempini
scrittura di scena e regia Isabella Carloni e Andrea Fazzini
Una produzione Rovine Circolari
in collaborazione con Teatro Rebis, AMAT e Comune di Osimo
22_Cortocircuito Olivetti è ispirato alla figura di Adriano Olivetti e al suo pensiero visionario, non tanto per raccontare ancora la storia del geniale imprenditore di Ivrea, quanto per creare un cortocircuito fra la sua idea di sviluppo - ancora attualissima - e il nostro presente.Il linguaggio del teatro per svelare l'idea di una diversa economia, che rispetta la dignità di chi lavora e pensa la cultura come necessaria allo sviluppo e alla crescita di una comunità.
La scena è abitata da 4 figure, risvegliate dal fischio di un treno, partito da Milano il 27 febbraio 1960 (data della improvvisa morte di Adriano Olivetti, a soli 59 anni).Come angeli che ritornano sulla terra per riaccendere una speranza, quelle figure prendono vita dentro il sogno di Militina, un’operaia imbambolata dalla catena di montaggio, un po' folle, un po' irriverente.
Quello che si anima via via sulla scena è infatti l’alfabeto dei suoi sogni e delle sue stralunate visioni, che lasciano affiorare pezzi di una storia che è anche la nostra.
Lo spettacolo nasce dalla convinzione che il confronto fra mondo produttivo e territori dell’arte sia, come aveva intuito Olivetti, non solo proficuo ma necessario.
Il numero 22 del titolo – in omaggio alla macchina da scrivere Olivetti, la mitica Lettera 22 – si è rivelato una preziosa traccia drammaturgica. Le 21 lettere dell’alfabeto italiano + il grafema misterioso – che per noi è infinito (un otto sdraiato) – hanno guidato infatti fin dall’inizio la nostra ricerca: una sottotraccia alfabetica che tesse un percorso dove le trame del passato – quello di Olivetti ma anche della nostra cultura occidentale – smagliano, per accogliere i nostri bisogni presenti.